L’Industria della Conserva di Pomodoro a Guastalla tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento: Mossina e Guidorossi

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Di Simona Mandurino

Anche se Parma ha avuto un ruolo di primo piano nella nascita e nello sviluppo dell’industria conserviera, la vicina Guastalla, legata per secoli al Ducato parmense, ha registrato episodi significativi tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, emersi grazie alla ricerca sistematica dei documenti d’archivio conservati presso la Biblioteca Maldotti di Guastalla.
La ricerca si è concentrata principalmente su due figure imprenditoriali di spicco: Flavio Mossina e Giovanni Guidorossi, le cui attività, seppur in modo diverso, hanno apportato un contributo degno di nota per definire il panorama industriale e commerciale locale in ambito conserviero.

 Giovanni Guidorossi

Giovanni Guidorossi, figlio di Adeodato e Agata Ceresini, era nato a San Pancrazio, nel Parmense, il 26 giugno 1870. Suoi fratelli erano Achille (1872-1945), titolare dal 1904 di un fiorente esercizio di drogherie a Parma, al Ponte Dattaro, Angiolina (1869-1952) ed Ermina (1874-1960).
Apparteneva a quel nobile casato originario di Riano di Langhirano e documentato fin dal XIV secolo, che vantava numerosi esponenti nel notariato, ecclesiastici e medici e che aveva dato i natali ad Angelo (1761-1829), Maire di Felino dal 1802 al 1813 e a Matteo (1804-1883), guardia del corpo di Maria Luigia e Podestà di Felino per oltre trent’anni, in varie riprese, dal 1833 al 1874, suo prozio.
All’età di 25 anni, il 21 febbraio 1896, Giovanni aveva sposato a Guastalla Elisa Magnani (1872-1952), di due anni più giovane, nata a San Lazzaro Parmense il 29 agosto 1872 da Guglielmo ed Emilia Chierici, proveniente da famiglia agiata e proprietaria di vasti terreni.
Dalla loro unione nascono Matilde (1895-1982), Adeodato (1896-1900), Guglielmo, (1899-1929), Carolina (1905-1907), Adeodato (1911-1978) e Alfonso (1914-2002).
Trasferitosi a Guastalla, Giovanni vi risiederà dal 1896 al 1910 gestendo da proprietario la più bella e importante salumeria del paese sita sotto i portici di Piazza Mazzini, al civico 57.
Nel 1900 era entrato in società con Flavio Mossina, industriale guastallese attivo nella lavorazione del legno, nei trasporti fluviali e nella produzione di mostarde e sugo d’uva, che nel 1896 aveva acquistato dal Demanio il Palazzo Ducale, per impiantarvi, nelle antiche scuderie, la “Premiata fabbrica estratto di pomidoro a doppia concentrazione G. Guidorossi & C.”.
Infatti tra i prodotti commercializzati da Guidorossi nella propria salumeria, si annovera anche l’estratto di pomodoro, testimoniato da una lattina datata al 1902, che riporta il suo marchio. Si suppone che l’attività di Guidorossi fosse solo di tipo commerciale e che si avvalesse degli impianti del Mossina per la produzione. Il ritrovamento nei giornali locali dell’epoca di inserzioni pubblicitarie[1] e l’analisi nel dettaglio evidenziano che la “Premiata Fabbrica di Pomidoro” affianca la lavorazione di carne suina della salumeria.
Guidorossi, presente all’esposizione agricola industriale di Sassuolo del 1901, nel 1902 aveva partecipato all’Esposizione campionaria internazionale di Roma, guadagnandosi il Gran premio d’onore e la Medaglia d’oro all’Esposizione romana del 1909 per le proprie conserve.
Nel 1910 tornerà in territori parmigiani dove trasferirà l’attività produttiva dell’estratto di pomodoro.

Flavio Mossina

L’Ingegnere Flavio Mossina (1865-1931), personaggio chiave della storia industriale guastallese, definito nei giornali locali dell’epoca come “industriale coraggioso e intraprendente”[2] aveva iniziato la sua attività con la produzione di conserve alimentari sia di estratto di pomodoro al burro che sciroppo d’uva concentrato. La Ditta Flavio Mossina precedentemente fondata dall’omonimo padre Flavio Mossina (1825-1895), nel 1852 troverà una sua ubicazione urbana all’interno del Palazzo Ducale acquistato da Flavio Mossina figlio nel 1896 e adattato negli ambienti sia per uso di residenza e uffici, sia attraverso l’intervento sul cortile civile, adibito a galleria di negozi dal 1909 e grazie al riadattamento dei corpi accessori e le demolizioni di edifici a spazio per un opificio e capannoni per attività industriale e di magazzino.
Sappiamo, quindi, per certo che Flavio Mossina oltre all’attività conserviera, che terminerà ufficialmente nel 1918, come da comunicazione alla Camera di Commercio[3], affiancò anche la produzione di stecchini, fiammiferi, barili, mastelli e manufatti in legno. Questa seconda iniziativa imprenditoriale diventerà sempre più importante e troverà una nuova ubicazione a ridosso del centro storico, dando vita alle Trancerie Mossina, una realtà industriale di rilievo per buona parte del XX secolo. I Mossina, infatti, si imposero nell’industria del compensato con determinazione, se pensiamo che negli anni Ottanta dell’Ottocento davano lavoro a circa 200 operai di cui il 30% donne. La vicenda delle trancerie Mossina terminerà all’inizio degli anni Sessanta del Novecento.

“E proprio fra i pionieri in questo settore va annoverata la ditta Trancerie Flavio Mossina di Guastalla, fondata nel 1852 e nota come la più antica industria di compensati… Le carte intestate e i materiali pubblicitari ci permettono di avere precise informazioni circa la qualità dei prodotti fin dai primi anni del nuovo secolo. Sono anni importanti per i Mossina, poiché, dopo l’acquisto del palazzo Ducale e la realizzazione dei nuovi stabilimenti, ebbe inizio la graduale ascesa economica della Ditta. Nel 1908, essendosi costituita la fabbrica per gli estratti e concentrati di pomodoro, la denominazione della ditta mutò in Industrie Riunite Flavio Mossina. Particolarmente conosciute ne erano le specialità: in special modo l’estratto di pomodoro al burro e soprattutto lo sciroppo d’uva concentrato…”[4].

Un documento di trasporto delle Industrie Riunite Flavio Mossina[5], databile al primo decennio del Novecento, evidenzia la compresenza delle due filiere produttive, citate entrambe nell’intestazione del documento fiscale.
Il ritrovamento di un disegno di prototipo di lattina a nome Flavio Mossina, databile agli anni 1911-1912, parrebbe evidenziare la volontà del Mossina di proseguire la produzione e di commercializzare a suo nome l’estratto di pomodoro, dopo la partenza di Guidorossi da Guastalla, anche se non si ritrova nessuna traccia della effettiva distribuzione del prodotto.

L’attività conserviera di Guidorossi nel Parmense

La famiglia Guidorossi nel novembre 1910 lasciava Guastalla, dove la locale fabbrica di conserva proseguiva la propria attività sotto la guida di Mossina, e si trasferiva nel Comune di Vigatto, prendendo residenza a Corcagnano. Qui Giovanni ampliava l’attività conserviera fondando lo stabilimento di strada Cava, che dirigerà fino al 1918, e coltivando a pomodoro i vasti possedimenti agricoli della zona. Negli stessi anni era attivo a Godo, in comune di Russi (Ravenna) un secondo stabilimento di conserva, che produceva con lo stesso marchio.
Al termine del primo conflitto mondiale, la fabbrica, dopo una trattativa non andata in porto con i Fratelli Polli, già titolari dello stabilimento di Panocchia, veniva ceduta alla Ditta Boschi Luigi & Figli. L’azienda verrà gestita, sotto diverse ragioni sociali, dai Boschi fino al 1964, anno in cui, dopo la chiusura, veniva rilevata dalla Star, che provvedeva ad ammodernarla, e che la manterrà attiva fino alla campagna 2005, cessando l’attività il 28 febbraio 2006.
Giovanni Guidorossi nell’agosto del 1918, una volta ceduta l’azienda, si era trasferito a Traversetolo, ma era rientrato a Corcagnano nell’ottobre 1920, dove aveva fondato una nuova società conserviera nella zona sud del paese, lungo la strada per Langhirano (all’ingresso dell’attuale quartiere artigianale), attiva dal 1924 al 1929.
Giovanni, nominato cavaliere della Corona d’Italia per la sua attività e ormai malato, aveva affidato la conduzione dello stabilimento ad una società costituita dai figli e delegato la gestione a Guglielmo, eroe della Prima Guerra mondiale, Sindaco (1923-1927) e quindi Podestà (1927-1929) di Vigatto.
Questi, il 27 agosto 1923 aveva presentato richiesta di registrazione di marchio di fabbrica con lo stemma nobiliare della famiglia col leone rampante e l’albero di quercia (già in uso nella fabbrica di Guastalla) e il 7 marzo 1925 quello, più facilmente riconoscibile, che riproduceva il monumento al Parmigianino di piazzale della Steccata, opera di Giovanni Chierici (1830-1917)[6], forse parente della nonna paterna. Aveva anche commissionato all’illustratore brescellese Carlo Bisi (1890-1982) la realizzazione di una locandina, poi diffusa anche in formato cartolina[7].
Con la morte di Guglielmo, avvenuta a Parma il 13 febbraio 1929, i fratelli Adeodato, geometra, Alfonso, ufficiale marconista della Marina mercantile e Matilde, nell’impossibilità di gestire direttamente la fabbrica, la mettevano in liquidazione. L’impianto sarebbe poi stato gestito dai Fratelli Pagani dal 1940 al 1961 prima di essere abbattuto.
Giovanni Guidorossi sarebbe morto a Parma il 4 gennaio 1930. I figli Alfonso e Matilde nel 1954 donavano alla Parrocchia di Corcagnano un terreno di 890 mq. per la costruzione di un asilo da intitolare alla memoria del padre, ma quella intitolazione non avrebbe purtroppo mai avuto luogo e il nome di Giovanni Guidorossi, pioniere dell’industria conserviera parmense, è ormai dai più dimenticato.

Dalla ricerca emerge il ruolo significativo che Guastalla ha rivestito nel panorama economico tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, offrendo un terreno fertile per lo sviluppo dell’attività conserviera. Le figure di Giovanni Guidorossi e Flavio Mossina, con le loro attività commerciali e produttive, rappresentano due casi esemplari di imprenditoria locale. L’analisi dei documenti d’archivio ha consentito di ricostruire le dinamiche di questi protagonisti, offrendo uno spaccato sulla storia industriale del territorio.

Fonti Consultate:

Massimo Bellini, Nello Borghi, Marco Franceschetti, Andrea Pacchiarini, Elementi del paesaggio industriale a Guastalla. Tesina di studio della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze – Corso di Restauro urbano, a.s.1986/87 (Guastalla, Biblioteca Maldotti).
Antonio Besacchi, Cronaca di Guastalla 1837-1875. Trascritta da Aldo Mossina, a cura di Giovanni Fontanesi. Fidenza, Mattioli 1885, 2013.
Emozioni Padane 1896-1996: cento anni della nostra storia. Guastalla Banca di Credito Cooperativo, 1996.
“Gazzetta Commerciale” numeri 1899-1904 (Guastalla, Biblioteca Maldotti).
“La Piazza” anno 1905 (Guastalla, Biblioteca Maldotti).
“La Settimana” annata 1903 (N.1-2-11-12-12-14-15-16-17) annata 1904 (N.8-9-10-13-14-15-16-17-18-19-20-21) (Guastalla, Biblioteca Maldotti).

Si ringraziano, Simona Mandurino per le ricerche archivistiche e Luigi Vignoli per le ricerche iconografiche.

  1. “La Settimana” annata 1903 (N.1-2-11-12-12-14-15-16-17) annata 1904 (N.8-9-10-13-14-15-16-17-18-19-20-21), Guastalla, Emeroteca della Biblioteca Maldotti.
  2. Da “Il Popolo – Corriere Guastallese” del 7 agosto 1909.
  3. Riportato in: Massimo Bellini, Nello Borghi, Marco Franceschetti, Andrea Pacchiarini, Elementi del paesaggio industriale a Guastalla. Tesina di studio della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze – Corso di Restauro urbano, a.s.1986/87 (Guastalla, Biblioteca Maldotti).
  4. Massimo Bellini e Andrea Pacchiarini, Verso una economia industriale: le industrie a Guastalla negli anni Venti e Trenta, in Luci negli anni bui: cultura e società fra le due guerre. Città di Guastalla, Assessorato alla Cultura, Tecnostampa, Reggio Emilia, 1987.
  5. Elementi del paesaggio industriale a Guastalla, cit.
  6. Si veda: G. Gonizzi, Il monumento a Francesco Mazzola, il Parmigianino (1879), in G. Gonizzi, La città e la gloria. Protagonisti, arte e storia dei monumenti di Parma, I, pp.73-88 e specificamente nota 9 a p. 78.
  7. Pier Luigi Longarini, Il passato… del pomodoro. Parma, Silva, 1998, pp. 178-179. Si veda anche: G. Gonizzi, Il Sor Pampurio e la conserva parmigiana, in “Gazzetta di Parma” del 27.09.2020, p. 23.

L’industria alimentare a Guastalla

L’industria conserviera Guidorossi nel Parmense