Di Beatrice Dallasta
Da una ricerca bibliografica compiuta a livello mondiale la storia e l’evoluzione di questo utensile risulta trattato esclusivamente da due pubblicazioni monografiche, peraltro dello stesso autore, un collezionista che descrive in maniera sintetica la propria raccolta. A parte citazioni su enciclopedie e dizionari, non esiste, dunque, una apprezzabile bibliografia di riferimento e per la compilazione del testo che segue è stato necessario avvalersi dell’analisi diretta dei singoli modelli, che spesso riportano incisi il nome dell’inventore o il nome commerciale e il numero di brevetto. Lo studio della Collezione Carlo Grandi ha permesso quindi la stesura di una prima “storia dell’apriscatole” altrimenti impossibile da realizzare.
Dal 1810, anno di invenzione della lattina, come abbiamo visto, bisognerà attendere fino al 1855 perché il primo apriscatole venga prodotto.
Anche se da molti l’invenzione dell’apriscatole è attribuita a Ezra Warner, in realtà il primo brevetto è stato depositato nel 1855 dal produttore di posate inglese Robert Yates (Foto 01). Il suo modello, un apriscatole a leva con lama da taglio fissa e vincolo, è ancora oggi utilizzato e nel tempo è stato declinato in numerosissime varianti.
Ezra Warner, un droghiere del Connecticut, depositerà, in America, il suo brevetto pochi anni più tardi, il 5 gennaio 1858 (Foto 02). Il modello di Warner ha lo stesso meccanismo di quello dell’apriscatole inglese: un lungo manico ricurvo, una lama a baionetta ripiegata e un pattino intercambiabile come vincolo. L’apriscatole di Warner, che accompagnava i soldati durante la guerra Civile Americana, non arrivò mai nelle case degli americani. L’apertura era così difficile e pericolosa da far sì che Warner, all’interno della sua drogheria, vendesse le conserve e le aprisse consegnandole ai clienti già pronte per l’uso.
Tornati dalla guerra civile i soldati parlarono delle conserve alimentari che diventarono sempre più richieste anche tra i civili, determinando il successo e l’esigenza dell’apriscatole.
Nel 1865, l’industria di carni conservate “Bully” diffuse, insieme alle sue lattine, l’apriscatole figurato a testa di toro, un attrezzo in ghisa fusa. Al di sotto della testa bovina una lama, spesso di acciaio, al di sopra, un arpione verticale necessario per praticare il primo foro e un’impugnatura costituita dalla coda (Foto 03). Questo apriscatole fu prodotto fino al 1930 e ispirò altri modelli figurati come quello a testa di pesce, prodotto prima del 1867.
Nel 1866, J. Ousterhoudt deposita il brevetto per l’apertura a chiavetta (Foto 04).
Nel 1870 si registra la prima vera innovazione rispetto ai modelli fino a quel momento utilizzati. L’americano William Lyman depositò il primo brevetto per apriscatole a rotazione: punta da inserire al centro del coperchio della lattina, lama circolare regolabile, attraverso un dado a farfalla, da inserire e ruotare lungo il bordo del coperchio. Il modello, abbandonato a causa della cospicua forza richiesta per praticare il taglio, costituisce la base di tantissime evoluzioni successive e rappresenta una pietra miliare nella storia dell’apriscatole. Il modello circolare venne utilizzato anche nel 1899 negli apriscatole a forbice e in quello a ruota “Safety first” (Foto 05). Tra le varie evoluzioni va ricordata la lama circolare regolabile in funzione del diametro della lattina (brevetto di H. Till del 1921).
Simile al modello di Warner del 1858, ma molto più funzionale e semplice da utilizzare è l’apriscatole brevettato da A. V. M. Sprague del 1874. Un apriscatole mono manico con lama a dente di pescecane e pattino intercambiabile che impediva alla lama da affondare eccessivamente nel coperchio della lattina (Foto 06).
Grazie al brevetto di E. E. Wood del 1890 vanne riunita in un unico oggetto la possibilità di aprire le scatole di conserva attraverso rotazione circolare o lama a baionetta. Sempre in quell’anno Albert Schofield brevetta un oggetto dal corpo di metallo fuso e smaltato e lama avvitata in acciaio con bordo superiore seghettato denominato “Home” (Foto 07). Da questo prende spunto la versione francese “La singe” costituita da un unico pezzo, dalla linea semplice e pulita (Foto 08).
Nel 1890 si registra il primo brevetto per apriscatole pensato appositamente anche per i mancini: due lame da taglio su struttura in metallo fusa ambidestra (Foto 09).
È del 1895 il brevetto dell’apriscatole con funzionamento a leva, in cui il corpo centrale costituito da una lamina di metallo, era ripiegato a formare lama e vincolo (Foto 10).
Agli inizi del XX secolo, all’apriscatole iniziarono ad essere aggiunte ulteriori funzioni, tra queste, la più comune una apposita sagomatura che consentisse anche l’apertura delle capsule di metallo introdotte nel 1892 su brevetto di William Painter per la chiusura delle bottiglie, riunendo in un unico attrezzo l’apriscatole e l’apribottiglie.
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