Le interviste impossibili – A cura di Giovanni Ballarini – Peter Durand e la scatola di latta per alimenti

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Un’antica leggenda narra che nei musei, sotto il patronato di Apollo, la notte del solstizio d’estate le Muse richiamano in vita le immagini e danno voce agli oggetti che si fanno intervistare. In una di queste occasioni la foto della prima produzione industriale delle lattine conservata al Museo del Pomodoro ci ricorda il brevetto di Peter Durand che ha permesso la diffusione delle conserve inventate da Appert e lo sviluppo dell’industria delle conserve alimentari nel mondo.

PETER DURAND E LA SCATOLA DI LATTA PER ALIMENTI

Nella battaglia di Waterloo (18 giugno 1815) il contingente britannico è comandato da Sir Arthur Wellesley I° duca di Wellington (1769-1852). Intendente generale, responsabile dei rifornimenti e dell’equipaggiamento delle truppe è il colonnello Sir William Howe De Lancey (1778-1815) che le ha dotate di alimenti conservati in scatole metalliche preparate in Inghilterra dall’impresa di Peter Durand, Bryan Donkin e John Hall.

È noto che una buona alimentazione delle truppe è importante per il loro valore combattivo. Inoltre nei giorni precedenti la battaglia, temporali di insolita violenza, accompagnati da violenti acquazzoni, si abbattono sulle campagne attorno a Waterloo rendendo difficili i vettovagliamenti e la preparazione dei pasti, ma non delle truppe britanniche che hanno a disposizione cibi in scatola che in una certa misura contribuiscono al loro successo. Considerando come il cibo conservato in contenitori metallici ha felicemente superato la prova del fuoco e presagendo che sarebbero entrati nell’alimentazione di guerra di ogni esercito, mi reco a Londra nel 1816 per intervistare Mister Peter Durand (1766-1822).

Mister Durand si dice che con i suoi alimenti in scatole metalliche lei a Waterloo abbia contribuito alla vittoria contro Napoleone, Imperatore della Francia, patria di Nicolas Appert, inventore del metodo di conservazione dei cibi da lei usato. Come spiega questa contraddizione?

Chiariamo subito un punto. Appert è un abile pasticcere al quale nessuno nega il merito di aver scoperto il modo di conservare i cibi in fragili bottiglie o vasi di vetro, che sono al più utili nelle cucine dei nobili ma non in guerra. Infatti la guerra si fa con il ferro: e di ferro la Gran Bretagna, di cui mi onoro di fare parte, è regina incontrastata. Inoltre Appert non è un uomo di tecniche industriali moderne e commerciali ed è proprio il caso di dire che si è trovato come un vaso di vetro francese in mezzo a vasi di ferro britannici. Tramite un amico, io ho notizie delle ricerche di Appert fin da quando, all’inizio del secolo, nei pressi di Parigi a Ivry-sur-Seine egli apre una piccola fabbrica dove produce cibi conservati in bottiglie o vasi di vetro, tappati ermeticamente e sottoposti all’azione dell’acqua bollente.

Mister Durand, la prego di volermi spiegare meglio come lei è arrivato all’uso di contenitori in metallo nella conservazione degli alimenti.

A tutti è noto che Appert nel 1810 pubblica un libro sulla conservazione dei cibi dove descrive la precisa tecnica utilizzata e io ne vengo a conoscenza attraverso il mio amico Philippe de Girard (1775-1845). Dopo qualche mio rapido controllo, nell’agosto del 1810 ottengo dal re Giorgio III d’Inghilterra il brevetto britannico della durata di quindici anni per la conservazione di cibi in vetro, ceramica e soprattutto in metallo. In questo brevetto, oltre all’idea originale, vi sono le mie prime osservazioni non solo su piccoli volumi di cibo, ma fino a 30 libbre (13,6 kg) di carne in una lattina metallica per una produzione su larga scala. Successivamente faccio lattine che navigano con la Royal Navy per un periodo da quattro a sei mesi e diversi membri della Royal Society e della Royal Institution esaminano il cibo al suo arrivo scoprendo che è perfettamente conservato. Vengo ora alla sua domanda e cioè all’uso di contenitori metallici, in particolare scatole di ferro all’interno rivestite di una sottile strato di stagno che protegge dalla ruggine. Le scatole metalliche, molto più resistenti e non fragili come i vasi di vetro o ceramica, sono il risultato dei grandi progressi della siderurgia inglese che nel XVIII secolo impiega il carbon coke negli altoforni (1709) producendo l’acciaio (1760), inventando il pudellaggio (1762) e subito dopo il laminatoio a energia idraulica. In Inghilterra abbiamo un’industria che produce la latta, un termine che indica un lamierino di ferro sulla cui superficie è depositato un sottile strato di stagno permettendo di ottenere contenitori con la robustezza del ferro e la resistenza alla corrosione dello stagno. La data di inizio della produzione della latta è incerta, ma risale probabilmente al tardo XIII secolo, in Germania, grazie alla presenza di ricchi giacimenti di ferro e stagno. Per la capacità di resistere all’azione degli acidi naturali, senza alterare i sapori, è stata ampiamente utilizzata per produrre attrezzi e recipienti da cucina. Dalla metà del Settecento, il nostro Paese, l’Inghilterra, ha investito nello sfruttamento delle miniere di stagno in Cornovaglia e, come ho appena accennato, nella siderurgia, giungendo oggi a detenere il primato nel settore.

Mister Durand perché la produzione di cibi conservati in contenitori metallici viene compiuta da Bryan Donkin e John Hall e quale è il loro ruolo?

Anche qui una grande differenza con Nicolas Appert, che ha voluto fare tutto da solo. Io mi occupo soprattutto di brevetti e finanza, mentre per una produzione di scatole di latta e per una commercializzazione su vasta scala di alimenti conservati sono necessarie specifiche competenza. Conserve di salmone in salamoia in barattoli di latta erano usate dalla marina olandese almeno dal 1772 ma io il 25 agosto 1810 deposito un brevetto (UK Patent 3.372) dell’uso delle scatole in banda stagnata per la conservazione degli alimenti con il nuovo metodo del riscaldamento. John Hall è l’uomo di commercio e Bryan Donkyn (1768-1855) conosce tutti i segreti per costruire solide scatole metalliche con la latta della quale noi britannici siamo maestri, scatole che non si rompono nei trasporti e che possono essere prodotte non a mano per piccole produzioni, ma con macchine che assicurano veloci produzioni su grande scala. A Donkyn si devono molti miglioramenti nelle macchine per la produzione della carta e per la stampa anche con rulli, la produzione di pennini d’acciaio in sostituzione delle penne d’oca e molte attrezzature da usare nella costruzione del Tunnel sotto il Tamigi la cui apertura è prevista tra il 1825 e il 1827. Per far vivere la mia intuizione sul futuro del cibo in contenitori di metallo per la somma di £ 1000 nel 1812 vendo il mio brevetto a John Hall che in associazione a Donkin a Londra, precisamente a Bermondsey, nella zona meridionale, fonda una fabbrica di conserve che utilizza contenitori di ferro stagnato (latta). Qui non si fabbricano le scatole di latta con una produzione manuale con lo stagnino che, con le cesoie, ritaglia dal foglio di banda stagnata una striscia, la foggia a cilindro battendola con la mazzuola su un palo di legno arrotondato, la salda lateralmente a mano, vi applica e salda il fondo e il coperchio, anch’essi tagliati a mano dopo un rapido segno di compasso. Nella fabbrica vi sono ora delle macchine inventate e costruite da Donkin che producono le lattine come avviene nella produzione industriale della carta o nella stampa a rulli. Nella tarda primavera del 1813 la produzione è in piena attività e la ditta di Donkin, Hall and Gamble sulla costa meridionale dell’Inghilterra ha degli agenti che vendono cibo conservato in scatole di latta alle navi e nel 1813 i cibi confezionati in scatole di latta sono presentati con successo al Duca di Wellington. Presto anche l’Ammiragliato britannico fa considerevoli ordini di carne conservata in contenitori di ferro e alcuni campioni sono regalati alla famiglia reale (Nota dell’intervistatore – La ditta di Donkin, Hall and Gamble successivamente si fonde con la Crosse & Blackwells fondata a Londra nel 1706 e acquisita da Edmund Crosse e Thomas Blackwell nel 1830. Poi l’azienda passa di proprietà della società americana J.M. Smucker e dal 1960 entra nel conglomerato svizzero Nestlé. Il Museo della Scienza di Londra ancora oggi espone una delle prime lattine di latta Donkin).

Nel ringraziarla per la sua interessante intervista, termino con due domande: come si fa ad aprire le scatole di latta? È vero che gli americani la stanno copiando?

Le scatole di latta ai aprono con il martello e lo scalpello, come suggerito nell’esterno della scatola, e i militari possono facilmente usare la baionetta. Per quanto riguarda gli Stati Americani per le loro industrie alimentari stiamo esportando scatole di latta a Thomas Kensett (di New York) e a William Underwood (di Boston) che certamente daranno avvio a una produzione completamente americana, come inevitabilmente avverrà in Europa e in ogni altro paese del mondo (Nota dell’intervistatore – In Italia la produzione di alimenti conservati in scatole di latta inizia con Francesco Cirio (1836-1900) e Pietro Sada (1855 ca.-1942) i primi a confezionare vegetali (1856) e carne (1881) in latte di banda stagnata, importandole però dall’estero. Il primo fabbricante italiano di scatole in banda stagnata è Luigi Origoni, che il 4 febbraio 1890 inizia l’attività alla Bovisa di Milano).